Trabocchetti e scarsa attenzione. Prato resta (quasi) proibita ai portatori di handicap. Un viaggio in centro per capire cosa non va.
Siamo tornati a testare strade e piazze del centro. Ad accompagnarci è stato il referente locale dell’Associazione Toscana Paraplegici (ATP). Gli ostacoli sono a ogni angolo, non solo sulle soglie dei negozi, da sempre storicamente inaccessibili per chi viaggia in carrozzina, ma anche sui marciapiedi, per strada, in piscina. Segno che purtroppo, per i disabili la situazione, non migliora poi troppo col passare degli anni. Accompagnati da Umberto Materassi, referente per Prato dell’Associazione Toscana Paraplegici, siamo stati per le strade e le piazze del centro storico, individuando alcuni dei maggiori ostacoli che una persona in sedia a rotelle può trovarsi di fronte. Il primo problema è raggiungere il centro storico dalla periferia. «Chi ha disabilità motoria e si muove in auto – spiega Materassi – si è visto togliere dalla scorsa amministrazione comunale la gran parte dei parcheggi. Così la polizia municipale ha iniziato a multare le nostre auto, che prima potevano entrare e parcheggiare nelle piazze del centro. Biffoni, da candidato sindaco, promise che avrebbe risolto il problema. Ad ora non ci sono stati cambiamenti». Anche a causa della difficoltà a parcheggiare, l’autobus è il mezzo più utilizzato da tanti cittadini che si muovono in sedia a rotelle. E proprio per agevolare l’utilizzo dei mezzi pubblici, sono stati realizzati marciapiedi rialzati, che permettano di salire sui mezzi Lam senza difficoltà. Una delle ultime opere, fatta grazie all’opera dei Vigili in carrozzina, che con le loro ronde segnalano le barriere architettoniche e le violazioni nei confronti dei disabili, la troviamo in piazza San Domenico. Subito salta all’occhio un dettaglio importante: manca una rampa per salire sulla pedana di cemento. Così le uniche possibilità per raggiungere la fermata sono salire sul marciapiede vicino alla chiesa e fare il giro della piazza, oppure la rampa delle strisce pedonali dietro l’angolo, dove però il disabile è obbligato a muoversi nella carreggiata, fra macchine ed autobus. Il percorso da qui al Duomo è tortuoso. Le ruote della carrozzina di Umberto rischiano di incastrarsi fra le grosse pietre che sostituiscono l’asfalto in piazza del Comune. Anche dove esistono marciapiedi larghi e strade pedonali in buono stato, spuntano ostacoli inaspettati. Le fioriere si alternano ai tavoli di bar e ristoranti e l’immondizia della raccolta porta a porta crea problemi su molti marciapiedi. «Fortunatamente – prosegue Materassi – Alia prende sempre provvedimenti per le nostre segnalazioni». Quando poi sorge il bisogno di un servizio igienico, ci si accorge dell’importanza di un servizio pubblico di questo tipo. Fare shopping invece è impossibile: la gran parte dei negozi ha i gradini all’ingresso. Qui, a differenza di quanto successo in altre città italiane, non sono state fornite ai negozi le rampe mobili da usare in questi casi. Manca anche una piscina pubblica attrezzata. «Il nuoto è uno sport fondamentale per i disabili motori – conclude Materassi – ma delle circa 15 esistenti a Prato, l’unica piscina accessibile è la Gescal, dove si svolgono attività riabilitative. Le richieste di montare un sollevatore per utilizzare la piscina di via Roma, ad esempio, sono state un buco nell’acqua».

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