IL NUOVO ospedale Santo Stefano non è accessibile a tutti. Eppure si tratta di uno dei luoghi della città maggiormente frequentati da persone con disabilità, che più di altre necessitano di controlli medici frequenti e di degenze a breve o lungo termine. «Già prima dell’inaugurazione le mancanze erano gravi», denuncia il referente dell’Associazione toscana paraplegici Umberto Materassi. «Tre mesi prima dell’apertura chiesi la possibilità di fare un sopralluogo». E proprio quel sopralluogo portò alla luce numerose disattenzioni che avrebbero creato disagio agli utenti della struttura. «La prima barriera riguarda i non vedenti – dice Materassi – perché dalla fermata del bus all’ingresso manca il tracciato lungo il viottolo. Appena entrati, le difficoltà di movimento sono per le carrozzine: fioriere e scalini limitano la nostra libertà di deambulazione». In quell’occasione non fu possibile vedere i bagni, non ancora completati. «Mi assicurarono – spiega – che c’era tutto il necessario perché un disabile potesse utilizzare i servizi igienici. Tempo fa sono stato ricoverato e non ho potuto usare i servizi igienici da solo: nessun bagno dell’ospedale ha i supporti adatti». L’ATP inviò un anno fa una lettera alla direzione del presidio ospedaliero. I bagni sono inutilizzabili, si legge, dalle persone con lesione midollare. Porte troppo pesanti e mancanza degli adeguati braccioli obbligano i pazienti a dipendere dagli operatori sanitari. Nella risposta del direttore Roberto Biagini i bagni sono definiti accessibili, ovvero utilizzabili con assistenza di personale. «La ritengo offensiva come risposta – commenta Materassi – perché è umiliante non poter andare in bagno da soli, quando basterebbe un supporto per essere autonomi. Poi si dice che sono state rispettate le norme vigenti. Peccato che siano norme di 40 anni fa, non aggiornate alle tecnologie odierne. Il 24 maggio c’è stato un altro sopralluogo con rappresentanti del comune, che hanno accertato e messo per iscritto quanto constatato».
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